Massime penali della Cassazione di giugno 2012

Appello incidentale proposto dall’imputato che, sia pure evocato nel giudizio di appello a seguito di impugnazione del P.G., sia stato assolto in primo grado con la formula «il fatto non sussiste» – Inammissibilità

(cod. proc. pen.: artt. 568 IV co., 595)

— È inammissibile, per carenza d’interesse, l’appello incidentale proposto dall’imputato che, sia pure evocato nel giudizio di appello a seguito di impugnazione del P.G., sia stato assolto in primo grado con la formula «il fatto non sussiste» (Sent. n. 23253, Sez. VI, del 13-6-2012).

 

Appello proposto dalla parte civile avverso la sentenza di proscioglimento – Quando è inammissibile

(cod. proc. pen.: artt. 576, 581, 591)

— È inammissibile l’appello, proposto dalla parte civile avverso la sentenza di proscioglimento, rivolto unicamente ad ottenere l’affermazione della responsabilità penale degli imputati in assenza di alcun riferimento, neppure implicito, agli effetti di carattere civile che si intendano conseguire (Sent. n. 23155, Sez. IV, del 12-6-2012).

 

Armi improprie – Ago innestato in una siringa ed usato in un contesto aggressivo

(cod. pen.: art. 628; L. 110/1975: art. 4)

— L’ago innestato in una siringa ed usato in un contesto aggressivo (nella specie, nel corso di una rapina) costituisce arma impropria, presentando chiare caratteristiche che lo rendono utilizzabile per l’offesa alla persona (Sent. n. 25012, Sez. II, del 22-6-2012).

 

Associazione di tipo mafioso – Disponibilità ad agire quale «uomo d’onore»

(cod. pen.: art. 416 bis)

— Ai fini dell’integrazione della condotta di partecipazione all’associazione di tipo mafioso, non è necessario che ciascuno dei membri del sodalizio si renda protagonista di specifici atti esecutivi della condotta criminosa programmata, perché il contributo del partecipe può essere costituito anche dalla sola dichiarata adesione all’associazione da parte di un singolo, il quale presti la propria disponibilità ad agire quale «uomo d’onore». (La S.C. ha precisato che la qualità di «uomo d’onore» non è significativa di un’adesione morale meramente passiva ed improduttiva di effetti al sodalizio mafioso, ma presuppone la permanente ed incondizionata offerta di contributo, anche materiale, in favore di esso, con messa a disposizione di ogni energia e risorsa personale per qualsiasi impiego criminale richiesto; l’obbligo così assunto rafforza il proposito criminoso degli altri associati ed accresce le potenzialità operative e la complessiva capacità di intimidazione ed infiltrazione nel tessuto sociale del sodalizio) (Sent. n. 23687, Sez. II, del 14-6-2012).

 

Atti contrari alla pubblica decenza – Fattispecie

(cod. pen.: art. 726)

— Integra il reato di atti contrari alla pubblica decenza (art. 726 cod. pen.) il comportamento di colui che, completamente nudo ed immobile, si trovi a dormire all’interno di un’autovettura al fianco di una donna semisvestita, poiché, pur senza compiere gesti attinenti alla sfera sessuale, ha un atteggiamento comunque idoneo ad offendere il comune sentimento di costumatezza e compostezza (Sent. n. 23234, Sez. III, del 13-6-2012).

 

Competenza a decidere sulla richiesta di restituzione in termini per proporre impugnazione avverso sentenza contumaciale di condanna

(cod. proc. pen.: artt. 175 IV co., 178)

— La competenza a decidere sulla richiesta di restituzione in termini per proporre impugnazione avverso sentenza contumaciale di condanna — determinata ai sensi dell’art. 175, comma quarto, cod. proc. pen. — ha carattere funzionale e la sua inosservanza determina una nullità assoluta di carattere generale, rilevabile di ufficio in ogni stato e grado del procedimento (Sent. n. 25070, Sez. I, del 22-6-2012).

 

* Contraffazione, alterazione o uso di marchi o segni distintivi ovvero di brevetti, modelli e disegni – Criterio di necessità

(cod. pen.: art. 473; L. 99/2009: art. 15 I co. lett. a)

— In tema di contraffazione di segni distintivi, alla luce delle modifiche apportate all’art. 473 cod. pen. dalla L. n. 99 del 2009 non è sufficiente per la configurabilità del reato che prima della sua consumazione sia stata depositata la domanda tesa ad ottenere il titolo di privativa, ma è invece necessario che questo sia stato effettivamente conseguito (Sent. n. 25273, Sez. V, del 26-6-2012).

 

Delitti dei privati contro la P.A. (nella specie, artt. 336, 337, 338 cod. pen.) – Circostanza aggravante speciale ex art. 339 I co. cod. pen.

(cod. pen.: art. 339 I co.)

— La circostanza aggravante dell’avvalersi della forza intimidatrice dell’associazione segreta (art. 339 cod. pen.) ricorre non solo quando effettivamente sussista un collegamento tra l’agente e tale associazione ma anche quando tale collegamento non può essere immediatamente escluso. (Fattispecie nella quale è stata riconosciuta l’aggravante nei confronti di soggetto che, al momento dei fatti, era imputato di appartenenza ad un’associazione terroristica) (Sent. n. 25191, Sez. VI, del 25-6-2012).

 

Esecuzione – Giudice competente

(cod. proc. pen.: art. 665 co. IV bis)

— La regola dettata dall’art. 665, comma quarto-bis, cod. proc. pen. — per la quale la competenza in ordine all’esecuzione di più provvedimenti emessi dal tribunale in composizione monocratica e collegiale appartiene in ogni caso al collegio — si riferisce alla sola ipotesi di pluralità di provvedimenti pronunziati dallo stesso tribunale, con conseguente trasmissione degli atti a quello in composizione collegiale anche allorquando il provvedimento divenuto irrevocabile per ultimo sia stato emesso dal giudice monocratico. (Fattispecie in tema di conflitto negativo, sorto in materia di applicazione della continuazione, fra tribunale in composizione collegiale e giudice delle indagini preliminari) (Sent. n. 25080, Sez. I, del 19-6-2012).

 

* Esercizio arbitrario delle proprie ragioni con violenza alle persone ed estorsione – Elemento distintivo

(cod. pen.: artt. 393, 629)

— I delitti di cui agli articoli 393 e 629 cod. pen. si distinguono in relazione all’elemento psicologico: nel primo, l’agente persegue il conseguimento di un profitto nella convinzione ragionevole, anche se infondata, di esercitare un suo diritto, ovvero di soddisfare personalmente una pretesa che potrebbe formare oggetto di azione giudiziaria; nell’estorsione, invece, l’agente persegue il conseguimento di un profitto, pur nella consapevolezza di non averne diritto (Sent. n. 22935, Sez. II, del 12-6-2012).

 

Esercizio arbitrario delle proprie ragioni con violenza sulle cose – Fattispecie

(cod. pen.: art. 392)

— Risponde del reato previsto dall’art. 392 cod. pen. il proprietario di un immobile — il cui diritto di proprietà sia giudizialmente contestato dal fratello nell’ambito di una vicenda di natura ereditaria — che sostituisce la serratura della porta di accesso al fine di impedire al medesimo fratello l’esercizio del compossesso (Sent. n. 25190, Sez. VI, del 25-6-2012).

 

Estorsione a mezzo del telefono – Tentativo

(cod. pen.: artt. 56, 629)

— In tema di tentativo di estorsione, nell’ipotesi in cui la violenza o la minaccia siano esercitate a mezzo del telefono, il ripetersi delle telefonate minatorie da parte dell’estorsore per costringere la vittima a consegnargli il danaro ingiustamente richiesto non dà luogo, di per sé, ad una pluralità di reati (Sent. n. 24541, Sez. II, del 20-6-2012).

 

Fraudolento danneggiamento dei beni assicurati e mutilazione fraudolenta della propria persona – Procedibilità a querela di parte

(cod. pen.: art. 642 I e II co.; L. 273/2002: art. 24)

— In tema di fraudolento danneggiamento di beni assicurati e mutilazione fraudolenta della propria persona, la modifica apportata al secondo comma dell’art. 642 cod. pen. dall’art. 24 della L. 12 dicembre 2002, n. 273, secondo cui si procede a querela di parte, si riferisce ad entrambe le forme (semplice o aggravata) in cui il reato può consumarsi, rispettivamente previste dal primo e dal secondo comma della su citata disposizione del codice penale (Sent. n. 23256, Sez. VI, del 13-6-2012).

 

Frode in assicurazione – Integrale falsificazione della polizza e del contrassegno assicurativo

(cod. pen.: artt. 485, 640, 642)

— In tema di reato di frode in assicurazione, l’integrale falsificazione della polizza e del contrassegno assicurativo, siccome impedisce l’instaurazione del rapporto tra l’autore della condotta tipica e la compagnia di assicurazione, rende l’azione inidonea a ledere il bene protetto dalla norma incriminatrice, potendosi però configurare, in ordine a tale condotta, il delitto di falsità in scrittura privata e, qualora il fatto sia commesso dall’agente assicurativo, anche quello di truffa ai danni del cliente e della compagnia assicuratrice (Sent. n. 22906, Sez. II, del 12-6-2012).

 

Furto – Circostanza aggravante della destrezza – Quando sussiste

(cod. pen.: artt. 624, 625 I co. n. 4)

— In tema di furto, sussiste l’aggravante della destrezza quando l’agente approfitti di una condizione contingentemente favorevole o di una frazione di tempo in cui la parte offesa ha momentaneamente sospesa la vigilanza sul bene perché impegnata, nello stesso luogo di detenzione della cosa o in luogo immediatamente prossimo, a curare attività di vita o di lavoro. (Fattispecie in cui è stata ritenuta configurabile l’aggravante nel caso di furto di un portafogli di un medico, contenuto in una borsa lasciata momentaneamente incustodita per essere il professionista impegnato in attività di cura) (Sent. n. 23108, Sez. VI, del 12-6-2012).

 

Giudizio abbreviato – Richiesta di retrocessione dal rito

(cod. proc. pen.: artt. 438, 441 bis)

— In tema di giudizio abbreviato, la richiesta di retrocessione dal rito avanzata ai sensi dell’art. 441 bis cod. proc. pen. può essere validamente revocata dall’imputato prima che il giudice provveda sulla stessa, non potendosi in tal caso qualificare la suddetta revoca come riproposizione della domanda di abbreviato (Sent. n. 24125, Sez. V, del 18-6-2012).

 

Impugnazione – Rinuncia

(cod. proc. pen.: art. 589)

— La rinuncia all’impugnazione è un atto negoziale processuale abdicativo e recettizio, il quale, una volta pervenuto all’autorità competente, produce l’effetto dell’estinzione del gravame, sicché la revoca della stessa è priva di effetti ed il ricorso va dichiarato inammissibile (Sent. n. 25020, Sez. II, del 22-6-2012).

 

Interrogatorio delle persone indagate in reato connesso o collegato – Avvisi previsti dall’art. 64 III co. cod. proc. pen.

(cod. proc. pen.: artt. 64 III co., 371 II co. lett. b)

— In tema di interrogatorio delle persone indagate in reato connesso o collegato ai sensi dell’art. 371, comma secondo, lett. b), cod. proc. pen., l’atto deve sempre essere preceduto, a pena di inammissibilità, dagli avvisi previsti dall’art. 64 cod. proc. pen. anche quando è compiuto di iniziativa della polizia giudiziaria, non essendo coerente né ragionevole che detta garanzia sia riconosciuta solo quando all’interrogatorio proceda il pubblico ministero (Sent. n. 22643, Sez. I, dell’11-6-2012).

 

Maltrattamenti in famiglia o verso fanciulli – Elemento oggettivo

(cod. pen.: art. 572)

— Integra l’elemento oggettivo del delitto di maltrattamenti in famiglia (art. 572 cod. pen.) il compimento di più atti, delittuosi o meno, di natura vessatoria che determinano sofferenze fisiche o morali, realizzati in momenti successivi, senza che sia necessario che essi vengano posti in essere per un tempo prolungato, essendo, invece, sufficiente la loro ripetizione, anche se per un limitato periodo di tempo (Sent. n. 25183, Sez. VI, del 25-6-2012).

 

Maltrattamenti in famiglia o verso fanciulli – Elemento soggettivo

(cod. pen.: art. 572)

— Il dolo del delitto di maltrattamenti in famiglia non richiede la rappresentazione e la programmazione di una pluralità di atti tali da cagionare sofferenze fisiche e morali alla vittima, essendo, invece, sufficiente la coscienza e la volontà di persistere in un’attività vessatoria, già posta in essere in precedenza, idonea a ledere la personalità della vittima (Sent. n. 25183, Sez. VI, del 25-6-2012).

 

Misure cautelari personali – Ordinanza di sospensione dei termini di custodia cautelare ex art. 304 II co. cod. proc. pen.

(cod. proc. pen.: art. 304 II co.)

— L’ordinanza di sospensione dei termini di custodia cautelare ex art. 304, comma secondo, cod. proc. pen. può essere emessa dal giudice che, riconoscendo la propria incompetenza, disponga contestualmente lo stralcio della posizione processuale dell’imputato, fermo restando il potere del giudice successivamente investito della procedura di verificare, su richiesta di parte o ex officio, la ricorrenza dei presupposti per adottare l’ordinanza sospensiva (Sent. n. 22887, Sez. VI, dell’11-6-2012).

 

Molestia o disturbo alle persone – Invio, mediante la messaggistica elettronica, di una pluralità di messaggi ed immagini a contenuto osceno – Non vi rientra

(cod. pen.: art. 660)

— Non integra la fattispecie contravvenzionale della molestia o disturbo alle persone l’invio, mediante la messaggistica elettronica, di una pluralità di messaggi e immagini a contenuto osceno, perché la messaggeria telematica non presenta il carattere invasivo proprio del mezzo telefonico e il destinatario dei messaggi indesiderati può evitarne la ricezione agevolmente senza compromettere in alcun modo la propria libertà di comunicazione (Sent. n. 24670, Sez. I, del 21-6-2012).

 

Notificazioni – Prima notificazione all’imputato non detenuto

(cod. proc. pen.: artt. 157, 170)

— Alla modalità di prima notificazione all’imputato non detenuto, per mezzo del deposito dell’atto nella casa del comune con conseguente comunicazione di tale adempimento a mezzo di lettera raccomandata con avviso di ricevimento, non si applica la disposizione, prevista dalla disciplina delle notificazioni a mezzo del servizio postale, sulla ultragiacenza dell’atto presso l’ufficio postale per la durata di mesi sei (Sent. n. 24035, Sez. I, del 18-6-2012).

 

Oltraggio a pubblico ufficiale – Ingiuria reale – Quando è configurabile

(cod. pen.: art. 341 bis; L. 94/2009: art. 1 VIII co.)

— In tema di oltraggio a pubblico ufficiale, la legge n. 94 del 2009 ha espunto dal tessuto normativo ogni riferimento alla violenza, con la conseguenza che l’uso di quest’ultima può ritenersi compatibile con la fattispecie delittuosa soltanto nei ristrettissimi limiti della cosiddetta ingiuria reale, configurabile quando le percosse costituiscano una violenza di inavvertibile entità, che, senza voler cagionare alcuna sofferenza alla parte offesa, evidenzi il proposito di arrecare alla vittima offesa morale, avvilendola con un gesto di disprezzo (Sent. n. 24630, Sez. VI, del 21-6-2012).

 

Perizia grafologica – Pareri discordanti

(cod. proc. pen.: art. 220)

— In tema di perizia grafologica, la presenza di pareri discordanti impone al giudice, tenuto conto che un tale accertamento è fortemente condizionato dalla valutazione soggettiva del suo autore piuttosto che da leggi scientifiche universali, di fornire autonoma, accurata e rigorosa giustificazione delle ragioni di adesione all’una piuttosto che all’altra valutazione (Sent. n. 23613, Sez. V, del 14-6-2012).

 

* Reati associativi – Competenza per territorio

(cod. pen.: artt. 416, 416 bis; cod. proc. pen.: art. 8)

— In tema di reati associativi, la competenza per territorio si determina in relazione al luogo in cui ha sede la base ove si svolgono programmazione, ideazione e direzione delle attività criminose facenti capo al sodalizio; in particolare, considerato che l’associazione è una realtà criminosa destinata a svolgere una concreta attività, assume rilievo non tanto il luogo in cui si è radicato il pactum sceleris, quanto quello in cui si è effettivamente manifestata e realizzata l’operatività della struttura (Sent. n. 22953, Sez. II, del 12-6-2012).

 

Reo – Vizio totale o parziale di mente – «Disturbi della personalità»

(cod. pen.: artt. 88, 89, 628)

— Ai fini del riconoscimento del vizio totale o parziale di mente, i «disturbi della personalità» possono rientrare nel concetto di «infermità», purché siano di consistenza, intensità e gravità tali da incidere concretamente sulla capacità di intendere o di volere, escludendola o scemandola grandemente, ed a condizione che sussista un nesso eziologico con la specifica condotta criminosa, per effetto del quale il fatto di reato sia ritenuto causalmente determinato dal disturbo mentale. (Nella specie, la S.C. ha escluso che il vizio del gioco di azzardo potesse comportare la diminuente del vizio parziale di mente in relazione al reato di rapina commesso da persona continuamente compulsata dall’esigenza di trovare denaro per poter far fronte ai debiti derivanti dalle frequenti giocate) (Sent. n. 24535, Sez. II, del 20-6-2012).

 

Resistenza a un pubblico ufficiale – Ha natura plurioffensiva

(cod. pen.: artt. 185, 337; cod. proc. pen.: art. 74)

— Il reato di resistenza a pubblico ufficiale ha natura plurioffensiva e legittima il danneggiato alla costituzione di parte civile per ottenere il risarcimento dei danni morali subiti in conseguenza dell’azione delittuosa (Sent. n. 23259, Sez. VI, del 13-6-2012).

 

Ricorso per cassazione – Annullamento parziale della sentenza

(cod. proc. pen.: art. 624)

— In caso di annullamento parziale ex art. 624 cod. proc. pen., la sentenza emessa dal giudice del rinvio è suscettibile di ricorso in cassazione, oltre che per inosservanza dell’obbligo di uniformarsi alla decisione di annullamento, anche in relazione ai «punti» annullati, a quelli in rapporto di connessione essenziale con essi e a quelli non decisi dalla Corte di cassazione, in quanto ritenuti assorbiti nel motivo di ricorso accolto (Sent. n. 25181, Sez. VI, del 25-6-2012).

 

Ricorso per cassazione avverso i provvedimenti del magistrato di sorveglianza – Legittimazione

(cod. proc. pen.: art. 606; L. 354/1975: art. 71 ter)

— La legittimazione al ricorso per cassazione avverso i provvedimenti del magistrato di sorveglianza spetta, oltre che al pubblico ministero e, per specifici casi, all’amministrazione penitenziaria, anche all’interessato, per tale dovendosi intendere il privato destinatario del provvedimento, cioè il condannato, e non pure soggetti terzi comunque coinvolti dal provvedimento. (Fattispecie in cui la Corte di cassazione ha negato legittimazione all’impugnazione all’azienda USL, che il magistrato di sorveglianza aveva individuato come soggetto obbligato alla somministrazione gratuita di cure al detenuto — cure ormonali femminili di cui il detenuto necessitava in quanto transessuale —, non incluse dalle disposizioni amministrative regionali tra quelle a prestazione gratuita) (Sent. n. 23774, Sez. I, del 15-6-2012).

 

Ricorso per cassazione – Casi

(cod. proc. pen.: artt. 266 e segg., 606 I co. lett. e)

— In tema di ricorso per cassazione, è onere del ricorrente, che lamenti l’omessa o travisata valutazione dei risultati delle intercettazioni effettuate, indicare l’atto asseritamente affetto dal vizio denunciato, curando che esso sia effettivamente acquisito al fascicolo trasmesso al giudice di legittimità o anche provvedendo a produrlo in copia nel giudizio di cassazione (Sent. n. 25315, Sez. II, del 27-6-2012).

 

Ricorso per cassazione – Casi – Deduzione di una violazione di legge che non sia stata eccepita nemmeno con l’atto di appello

(cod. proc. pen.: art. 606 I co. lett. b)

— È inammissibile il motivo di impugnazione con cui venga dedotta una violazione di legge che non sia stata eccepita nemmeno con l’atto di appello, non avendo l’intervenuta trattazione della questione da parte del giudice di secondo grado efficacia sanante ex post (Sent. n. 21920, Sez. III, del 7-6-2012).

 

Ricorso per cassazione proposto, avverso l’ordinanza reiettiva del reclamo contro il decreto che abbia rigettato l’istanza di ammissione al patrocinio a spese dello Stato, dal genitore esercente la potestà sul minore parte offesa – Inammissibilità – Ragione

(cod. proc. pen.: artt. 122, 606; D.P.R. 115/2002: art. 78)

— È inammissibile il ricorso per cassazione proposto, avverso l’ordinanza reiettiva del reclamo contro il decreto che abbia rigettato l’istanza di ammissione al patrocinio a spese dello Stato, dal genitore esercente la potestà sul minore, parte offesa, in quanto le parti del processo diverse dall’imputato non sono legittimate a proporre personalmente ricorso per cassazione, legittimazione che spetta solo all’imputato perché solo nei suoi confronti è prevista espressamente la deroga al criterio generale della necessità della rappresentanza tecnica in sede di legittimità (Sent. n. 25411, Sez. IV, del 27-6-2012).

 

Rissa – Criterio di necessità e sufficienza

(cod. pen.: art. 588)

— Per la configurazione del reato di rissa è necessario e sufficiente che, nella violenta contesa, vi siano gruppi contrapposti, con volontà vicendevole di attentare all’altrui incolumità personale (Sent. n. 24630, Sez. VI, del 21-6-2012).

 

Sequestro probatorio a fini meramente esplorativi – Illegittimità

(cod. proc. pen.: art. 253)

— È illegittimo il sequestro probatorio a fini meramente esplorativi, volto ad acquisire la notitia criminis in ordine ad un eventuale illecito non ancora individuato nella sua qualificazione giuridica e nella sua specificità fattuale (Sent. n. 24561, Sez. III, del 20-6-2012).