Massime penali della Cassazione di novembre 2012

Accesso abusivo ad un sistema informatico – Fattispecie

(cod. pen.: art. 615 ter)

— Integra il reato di accesso abusivo ad un sistema informatico la condotta di chi si introduce nel sistema POS predisposto per il pagamento a mezzo carte di credito e bancomat, installando un microchip idoneo ad intercettare le comunicazioni informatiche di detto apparato e a scaricarne i dati, per poi successivamente utilizzarli al fine di clonare altre carte. (Nella specie, la S.C. ha precisato, richiamando le definizioni contenute nella Convenzione di Budapest del 23 novembre 2001, che le carte di credito, essendo idonee a trasmettere dati informatici, costituiscono un vero e proprio sistema informatico nel momento in cui si connettono all’apparecchiatura POS) (Sent. n. 43755, Sez. feriale, del 12-11-2012).

 

Associazione di tipo mafioso – Presenza e partecipazione attiva ad una cerimonia di affiliazione – È indizio di intraneità al sodalizio criminale

(cod. pen.: art. 416 bis)

— In tema di associazione di tipo mafioso, va considerato comportamento concludente idoneo, sul piano logico, a costituire indizio di intraneità al sodalizio criminale la presenza e la partecipazione attiva ad una cerimonia di affiliazione, apparendo un controsenso ritenere che il rito di affiliazione o di conferimento di un grado gerarchico all’interno di un’organizzazione mafiosa possa essere officiato da soggetti estranei (Sent. n. 43061, Sez. I, del 7-11-2012).

 

Esercizio arbitrario delle proprie ragioni con violenza sulle cose – Fattispecie

(cod. pen.: art. 392)

— Integra il delitto di esercizio arbitrario delle proprie ragioni il comportamento degli eredi del proprietario di un cortile che appongono all’ingresso dei paletti per impedire al conduttore di altro immobile, del quale il cortile costituisce pertinenza, di accedervi e di parcheggiare l’autovettura, così come tollerato in passato per anni dal de cuius (Sent. n. 43470, Sez. VI, dell’8-11-2012).

 

Indagini preliminari – Chiusura – Legittimazione a proporre opposizione alla richiesta di archiviazione

(cod. proc. pen.: art. 410; cod. proc. civ.: art. 64 II co.)

— Non è legittimato a proporre opposizione alla richiesta di archiviazione il privato danneggiato dal reato commesso dal consulente tecnico che incorra in colpa grave nell’espletamento dell’incarico (art. 64, comma secondo, cod. proc. civ.), trattandosi di fattispecie incriminatrice lesiva solo dell’interesse della collettività al corretto funzionamento dell’attività giudiziaria. (In applicazione di tale principio la S.C. ha ritenuto che il privato danneggiato dalla consulenza negligente non è titolare dell’interesse leso, ma può assumere esclusivamente la qualità di persona danneggiata dal reato) (Ord. n. 43139, Sez. III, del 7-11-2012).

 

Misure cautelari reali – Impugnazioni – Ricorso per cassazione

(cod. proc. pen.: artt. 324, 325)

— I soggetti legittimati a proporre ricorso per cassazione avverso le ordinanze rese dal tribunale in sede di riesame delle misure cautelari reali sono solo coloro che hanno partecipato al procedimento incidentale. (In applicazione di tale principio, la S.C. in ipotesi di maltrattamento di animali ha dichiarato l’estromissione dal giudizio di legittimità della Lega Antivivisezione Onlus, affermando che essa, pur essendo persona offesa, non fosse abilitata a presentare memorie) (Sent. n. 43504, Sez. III, del 9-11-2012).

 

Misure cautelari reali – Sequestro preventivo di impianti fotovoltaici realizzati in zona agricola

(cod. proc. pen.: art. 321)

— Per il mantenimento del sequestro preventivo di impianti fotovoltaici realizzati in zona agricola sono necessari la mancanza del titolo abilitativo previsto dalla legge ed il pericolo di compromissione della zona interessata dall’intervento, derivante dal completamento e dall’attivazione delle attrezzature senza verifica del rispetto delle prescrizioni urbanistiche e della compatibilità ambientale. (Fattispecie nella quale è stato ritenuto illegittimo il dissequestro in considerazione dell’avvenuta ultimazione e messa in funzione degli impianti senza che fosse stata svolta alcuna valutazione sull’impatto ambientale) (Sent. n. 44494, Sez. III, del 15-11-2012).

 

Misure di prevenzione – Revoca del decreto applicativo per difetto originario di pericolosità sociale

(L. 1423/1956: art. 9 I co.)

— La revoca del decreto applicativo di una misura di prevenzione, pronunciata dal giudice del gravame per difetto originario di pericolosità sociale, rende penalmente irrilevanti, con efficacia ex tunc, i comportamenti di inosservanza degli obblighi, con conseguente insussistenza del reato previsto dall’art. 9, primo comma, legge 27 dicembre 1956, n. 1423, che la vigenza di tali obblighi presuppone (Sent. n. 45868, Sez. VI, del 23-11-2012).

 

Pornografia minorile – Fattispecie in cui non è configurabile

(cod. pen.: art. 600 ter)

— Non integra il reato di pornografia minorile la divulgazione nella rete Internet, attraverso programmi di file-sharing, di materiale pedopornografico non intenzionalmente detenuto o consapevolmente procurato dall’utente. (Fattispecie nella quale è stata ritenuta involontaria la condivisione di un solo file temporaneo generato dalla visione di un sito, che è automaticamente registrato dal browser di navigazione ed archiviato nella memoria del sistema informatico senza intervento dell’utilizzatore) (Sent. n. 44914, Sez. III, del 16-11-2012).

 

Reato – Tentativo – Desistenza – Quando non è configurabile

(cod. pen.: art. 56)

— Non è configurabile la desistenza quando gli atti posti in essere integrano già gli estremi del tentativo. (Nella specie, è stato ritenuto sussistente il tentativo di omicidio con riferimento alla condotta di un soggetto che, dopo avere inferto alla vittima più coltellate di cui una all’emitorace, aveva desistito dall’infliggerne altre) (Sent. n. 43036, Sez. I, del 7-11-2012).

 

Resistenza a un pubblico ufficiale – Criterio di necessità

(cod. pen.: art. 337)

— Nel delitto di resistenza a pubblico ufficiale è necessario che la violenza o la minaccia siano reali e connotino in termini di effettività causale la loro idoneità a coartare o ad ostacolare l’agire del pubblico ufficiale, in ragione del dolo specifico che deve sorreggere il comportamento del soggetto agente. (In applicazione di questo principio, la Corte ha escluso che integrasse il reato in questione la pronuncia di frasi volgari e genericamente minacciose all’indirizzo di Carabinieri che procedevano al controllo dell’osservanza degli obblighi connessi ad una misura di prevenzione personale imposta all’imputato, senza che lo stesso ostacolasse o tentasse di ostacolare l’operato dei militari) (Sent. n. 45868, Sez. VI, del 23-11-2012).

 

Ricorso per cassazione – Casi – Inosservanza delle norme processuali stabilite a pena di nullità, di inutilizzabilità, di inammissibilità o di decadenza

(cod. proc. pen.: artt. 192, 606 I co. lett. c)

— Poiché la mancata osservanza di una norma processuale in tanto ha rilevanza in quanto sia stabilita a pena di nullità, inutilizzabilità, inammissibilità o decadenza, come espressamente disposto dall’art. 606, comma primo, lett. c), cod. proc. pen., non è ammissibile il motivo di ricorso in cui si deduca la violazione dell’art. 192 cod. proc. pen., con riferimento all’attendibilità dei testimoni dell’accusa, la cui inosservanza non è in tal modo sanzionata, atteso che il vizio di motivazione non può essere utilizzato sino a ricomprendere ogni omissione od errore che concerna l’analisi di determinati e specifici elementi probatori (Sent. n. 44901, Sez. III, del 16-11-2012).

 

Violazione di sigilli – È configurabile anche nel caso in cui i sigilli siano stati apposti esclusivamente per impedire l’uso illegittimo della cosa – Ragione

(cod. pen.: artt. 349, 659)

— Il reato di violazione di sigilli è configurabile anche nel caso in cui i sigilli siano stati apposti esclusivamente per impedire l’uso illegittimo della cosa, perché questa finalità deve ritenersi compresa in quella, menzionata nell’art. 349 cod. pen., di assicurare la conservazione o l’identità della cosa. (Nella specie, i sigilli erano stati apposti a due piatti Pioneer e a sei casse acustiche per evitare la protrazione della contravvenzione di cui all’art. 659 cod. pen.) (Sent. n. 43884, Sez. feriale, del 13-11-2012).