Una Commissione esaminatrice che ha lavorato benissimo

Una Commissione esaminatrice che ha lavorato benissimo

 

Il 2 febbraio sono terminate le prove orali — che erano iniziate il 7 settembre 2020 e che si sono tenute, come sempre, al Ministero della Giustizia — del concorso a 330 posti di magistrato ordinario, indetto con D.M. 10 ottobre 2018, le cui prove scritte si erano svolte alla Nuova Fiera di Roma nei giorni 4, 5 e 7 giugno 2019 e in cui erano stati ammessi agli orali 301 candidati. Di essi, 285 sono stati giudicati idonei, 12 non idonei e 4 hanno rinunciato a presentarsi agli orali.

Prima di parlare dell’operato della Commissione esaminatrice, ritengo doveroso dare la dolorosa notizia della morte di uno dei 29 componenti della Commissione stessa, il Consigliere della Sezione Lavoro della Corte di Cassazione Giulio Fernandes. Insieme ai suoi colleghi aveva svolto il lavoro di correzione dei compiti scritti dei candidati e aveva poi esaminato i candidati della prima settimana degli orali. Dopo di che un tumore gli ha prima impedito di proseguire il suo lavoro e poi gli ha tolto la vita. Rivolgo le mie condoglianze alla sua famiglia e a tutti coloro che gli volevano bene.

Quanto al lavoro svolto dai commissari, emerge già dal titolo di questo articolo che il mio giudizio è largamente positivo. E preciso adesso che la Commissione esaminatrice presieduta dal Consigliere di Cassazione Lorenzo Orilia è stata, a mio avviso, una delle due migliori Commissioni che io ho visto all’opera nell’arco dei 18 anni (dal 2003) in cui ho assistito agli orali di tutti i concorsi per l’accesso alla Magistratura ordinaria. Ritengo infatti che abbia lavorato bene come l’ottima Commissione presieduta dal Cons. Pietro Antonio Sirena (orali del 2016) e meglio delle pur validissime Commissioni presiedute dal Cons. Antonio Prestipino (orali del 2015) e dal Cons. Maurizio Barbarisi (orali del 2012), nonché di tutte le altre Commissioni. E ciò per vari ordini di ragioni.

Anzitutto, la Commissione Orilia ha selezionato benissimo i candidati, come aveva fatto a suo tempo anche la Commissione Sirena. Il livello medio dei candidati del concorso Orilia si è rivelato infatti molto alto, pari a quello dei candidati del concorso Sirena e superiore a quello dei candidati degli altri concorsi.

Inoltre, la severità di valutazione si è collocata ad un giusto livello medio: alcune delle Commissioni precedenti erano state più “buone” della Commissione Orilia, altre più “cattive”, altre ancora di pari severità.

Infine, mi sono trovato personalmente in piena e totale sintonia con tutte le valutazioni fatte dalla Commissione Orilia, così come, a suo tempo, mi era accaduto riguardo a tutte le valutazioni compiute dalla Commissione Sirena: ritengo che le promozioni e le bocciature siano state tutte corrette e giustificate, come anche i voti alti, i voti medi e i voti bassi.

Valutando poi in particolare l’operato del Presidente Lorenzo Orilia, devo dire che ha unito in sé le eccellenti caratteristiche di quelli che secondo me erano stati, fino a prima di questo concorso, i due migliori Presidenti di Commissione dal 2003 fin adesso, vale a dire i già citati Pietro Antonio Sirena e Antonio Prestipino. Se infatti il Cons. Sirena era stato molto bravo a supportare i candidati in difficoltà rivolgendo loro altre domande che in più occasioni ne avevano consentito il recupero psicologico e il conseguente miglioramento del rendimento, e il Cons. Prestipino aveva diretto in modo autorevole e impeccabile il lavoro della Commissione, il Cons. Orilia ha fatto egregiamente entrambe le cose. Da un lato, infatti, quando lo ha ritenuto opportuno, egli ha aggiunto un’altra domanda a quelle già fatte dall’esaminatore designato, oppure lo ha invitato a rivolgerne lui un’altra o, in altri casi, a concludere lì l’esame nella materia; dall’altro ha coordinato benissimo i lavori della Commissione tenendo sempre tutto sotto controllo (in questo, peraltro, agevolato dall’ottimo lavoro di tutti i commissari). Lorenzo Orilia è stato dunque, a mio avviso, il miglior Presidente di Commissione esaminatrice dei 18 anni in cui io ho assistito agli orali dei 13 concorsi in Magistratura svoltisi in tale arco di tempo.

Aggiungo, a suffragare quanto ho affermato nei paragrafi precedenti, che in quei 13 concorsi ho assistito complessivamente a quasi 1.600 esami, di cui oltre 1.100 negli ultimi 6 concorsi. Ritengo quindi di avere sufficiente esperienza per poter valutare l’operato delle Commissioni esaminatrici.

Il Presidente Orilia è stato anche bravissimo a portare a termine il concorso pur in piena pandemia Covid-19: le misure di sicurezza poste in essere in collaborazione con il Ministero della Giustizia e in particolare con i funzionari e gli impiegati dell’Ufficio Concorsi in Magistratura si sono rivelate estremamente efficaci. Ed è stato anche il Presidente di Commissione più presente degli ultimi 18 anni: dal 7 settembre 2020 al 2 febbraio 2021 è mancato soltanto a 7 sedute d’esame; il primato (se così si può definire) precedente apparteneva al Presidente Sirena con 10 assenze.

Ecco i nomi dei validissimi componenti di questa ottima Commissione esaminatrice:

Magistrati: Lorenzo Orilia (Presidente), Caterina Ambrosino, Rosanna Angarano, Angelo Gabriele Busacca, Mariarosa Busacca, Antonio Cairo, Mariaraffaella Caramiello, Tiziana Cugini, Sergio De Bartolomeis, Eugenia Di Falco, Maria Luisa Fabbro, Giulio Fernandes, Giovanni Galasso, Martina Gasparini, Paola Losavio, Alcide Maritati, Sabrina Mostarda, Renato Orfanelli, Olga Pirone, Elvira Russo, Antonio Scalera.

Professori: Massimiliano Bellavista, Tommaso Rosario Rafaraci, Bruno Troisi, Francesco Tuccari, Carlo Venditti.

Avvocati: Federico Ferina, Illa Sabbatelli, Alfonso Vocca.

Come ho scritto all’inizio, ci sono stati 285 promossi e 12 bocciati tra i 297 candidati esaminati. Io ho assistito a 177 esami su 297 (il 59,59%), ma soltanto a 4 delle 12 bocciature (il 33,33%). Succede così in ogni concorso, forse perché io porto fortuna, o, molto più probabilmente, perché io vado ad assistere preferibilmente agli esami dei candidati che avevano acquistato da me le domande (sia quelle già raccolte nei concorsi precedenti, sia quelle da raccogliere nel concorso nel quale sono stati ammessi agli orali). E in ogni concorso la percentuale di bocciati agli orali è sempre, senza alcuna eccezione, inferiore tra i candidati che avevano ricevuto le domande inviate da me rispetto alla percentuale di bocciati tra gli altri candidati.

Ma questa volta è andata ancora meglio. Infatti, tutti coloro che in questo concorso avevano acquistato da me le domande sono stati promossi. Era già successo in due concorsi di diversi anni fa, ma allora i candidati che avevano acquistato da me le domande erano meno di adesso. Non credevo che avrei potuto festeggiare per la terza volta il 100% di promozione di tutti i “miei” candidati, come mi permetto di chiamare coloro ai quali ho inviato le domande, e invece è successo: il 2 febbraio 2021 (ultimo giorno degli orali) sono state promosse le ultime due candidate alle quali avevo inviato le domande, e al momento in cui il Presidente Orilia, al termine della camera di consiglio, ha proclamato idonea l’ultima candidata, ho trattenuto a stento la mia gioia: 100%!

La maggior parte dei “miei” candidati aveva acquistato le domande dopo aver saputo della propria ammissione agli orali, mentre altri le avevano acquistate dopo aver consegnato i compiti ma quando ancora non sapevano se sarebbero stati ammessi agli orali. Ciò aveva consentito a questi ultimi di iniziare in anticipo a studiare per gli orali utilizzando le domande da me raccolte nei concorsi precedenti. Del resto, il prezzo non è davvero elevato, considerando le percentuali che ho appena menzionato: chi acquista da me le domande dopo essere stato ammesso agli orali paga 200 euro (dei quali 100 per le domande dei concorsi precedenti e 100 per quelle del concorso in cui è stato ammesso agli orali); chi invece le acquista prima di essere eventualmente ammesso agli orali paga 100 euro per quelle dei concorsi precedenti e, nel caso di superamento degli scritti, altri 100 euro per le domande del concorso in cui è stato ammesso agli orali. Chi aspira a vincere uno dei prossimi concorsi in Magistratura può quindi valutare se abbia o meno ragione quella candidata che, poche settimane fa, dopo avere superato gli orali, mi ha definito quel denaro come “i 200 euro spesi meglio nella mia vita”.

Inoltre, visti i risultati, credo proprio di poter affermare che con questo mio lavoro di raccolta e invio delle domande ho contribuito, in piccola parte, a ridurre le carenze negli organici della Magistratura.

Continuo questo articolo narrando una vicenda strettamente personale, che, proprio in quanto tale, mi ero tenuto per me per moltissimo tempo, ma che negli ultimi anni, dopo che un numero sempre crescente di candidati mi aveva chiesto come mi fosse venuta in mente l’idea di andare a raccogliere le domande dei concorsi in Magistratura, ho raccontato ad alcuni di loro e che adesso racconto pubblicamente.

Come mi è venuta in mente questa idea?

Nasce da molto lontano. Io avrei sicuramente partecipato al concorso in Magistratura se non fossi stato colpito da una malattia agli occhi che per diversi anni mi creò un annebbiamento mentale ogni volta che leggevo. Tutto iniziò a settembre del 1977, quando, dopo aver superato i primi tre esami (storia del diritto romano, filosofia del diritto e istituzioni di diritto romano) di Giurisprudenza ed avendo iniziato a studiare per l’esame di istituzioni di diritto privato, mi venne improvvisamente questa particolare forma di mal di testa. Mi sorpresi molto perché non ne avevo mai sofferto prima, e pensai che sarebbe passato presto. In realtà mi passò, comprese le patologie che ne derivarono, soltanto nel 1986, cioè dopo ben nove anni.

Dopo alcuni giorni dall’inizio di questo mal di testa, che passava quando smettevo di leggere, ma ritornava quando riprendevo a farlo, mi recai da un oculista, che diagnosticò un sopravvenuto difetto di convergenza tra i miei occhi: una sorta di strabismo — mi disse —, che però, anziché essere corretto dagli occhiali, come avviene nella quasi totalità dei casi, in me veniva corretto dal mio cervello, che però si sforzava troppo e quindi mi provocava quel mal di testa.

Iniziai così degli esercizi ortottici, finalizzati a “raddrizzarmi” gli occhi, ma mi fu subito detto che ci sarebbe voluto tanto tempo. Intanto fui costretto a sospendere gli studi di Giurisprudenza, potendo soltanto recarmi all’Università per ascoltare le lezioni. Si aggiunsero poi delle conseguenze neurologiche e una grave crisi depressiva, che richiesero l’intervento di altri specialisti.

Dopo quattro anni il problema agli occhi fu risolto, ma ce ne vollero ulteriori cinque affinché gli altri specialisti mi risolvessero gli altri due problemi. Passato tutto, ripresi a studiare e riuscii a laurearmi in Giurisprudenza, ma ormai avevo compiuto 30 anni, e quindi superato il limite di età allora previsto per l’iscrizione al concorso in Magistratura.

A quel punto pensai: non mi è stato possibile partecipare al concorso in Magistratura, ed eventualmente vincerlo, e allora cercherò di aiutare altre persone a vincerlo: in un certo qual senso realizzerò il mio obiettivo per interposta persona.

E così fu: fin dalla fine degli anni Ottanta presi l’iniziativa di telefonare agli abbonati all’allora settimanale cartaceo “Il Mondo Giudiziario” che partecipavano al concorso, avvisandoli in caso di ammissione agli orali. Adesso non servirebbe a niente perché ai partecipanti al concorso, una volta che la Commissione esaminatrice ha terminato la correzione dei compiti e ha predisposto l’elenco degli ammessi agli orali, basta entrare nel sito del Ministero della Giustizia e inserire i propri dati per sapere se sono o no tra gli ammessi. Allora aveva invece una certa importanza perché Internet non esisteva, e quindi gli aspiranti magistrati in attesa dell’esito della correzione dei loro elaborati scritti non potevano fare altro che recarsi al Ministero della Giustizia (ma per chi non abitava a Roma era ovviamente un problema), oppure telefonare al Ministero stesso e sperare — quasi sempre vanamente, dato il grande afflusso di telefonate — che qualcuno rispondesse. Io invece mi procuravo l’elenco degli ammessi agli orali, verificavo quali, tra gli abbonati a “Il Mondo Giudiziario” che avevano partecipato al concorso e consegnato i compiti scritti, erano stati ammessi agli orali e li avvisavo telefonicamente. Questo consentiva a quei candidati di iniziare subito a studiare per gli orali, faceva giungere meno telefonate al Ministero e permetteva a me di agevolare, sia pure in piccolissima parte, la preparazione agli orali di quei candidati. E siccome, tra i miei difetti, uno che è totalmente assente è l’invidia, mi dava soddisfazione l’aver aiutato altri a raggiungere quello che prima era anche un mio obiettivo.

Restava però l’amarezza (che col passare degli anni è ovviamente scomparsa) di non aver potuto partecipare io al concorso a causa di quei problemi di salute. Naturalmente non potevo avere la certezza che, qualora avessi potuto partecipare, avrei vinto il concorso. Però, nonostante tutto quello che mi era successo, io riuscii a laurearmi a “La Sapienza” di Roma con 110 e lode e i 30 e 30 e lode che ottenni nella gran parte dei miei esami mi furono dati, tra gli altri, da professori (io cercavo sempre di farmi interrogare da loro, piuttosto che dagli assistenti, come si chiamavano allora) del calibro di Giorgio Oppo (diritto commerciale), Giuliano Vassalli (diritto penale), Franco Cordero (procedura penale), Renato Scognamiglio (diritto del lavoro) e Sabino Cassese (diritto amministrativo). Credo, quindi, che vincere il concorso in Magistratura non sarebbe stato per me impossibile.

Tornando al mio aiuto ai candidati, io volevo fare di più delle semplici telefonate con cui li avvisavo della loro ammissione agli orali, e così nel 2003 mi venne in mente di andare a raccogliere le domande durante gli esami e di inviarle via e-mail agli abbonati a “Il Mondo Giudiziario” ammessi agli orali. Cominciai dagli orali di quell’anno a fare quel lavoro che svolgo tuttora con gli ottimi risultati che ho esposto prima. Per una decina d’anni assistetti a circa 60 esami a concorso; dopo la trasformazione de “Il Mondo Giudiziario” da rivista cartacea a rivista on line ho avuto molto più tempo a disposizione e quindi da sette anni raccolgo le domande di oltre 150 candidati a concorso (177 nel concorso Orilia).

E a partire dal concorso le cui prove scritte si svolsero nel 2006 ho aggiunto un altro lavoro, sempre finalizzato ad aiutare i partecipanti ai concorsi in Magistratura: la ricerca degli articoli, dei libri, delle partecipazioni a congressi giuridici e delle sentenze (e delle relative massime) dei commissari, e l’invio degli stessi via e-mail ai concorrenti interessati. Costa solo 70 euro. Ormai conosco tutti i siti Internet dove posso trovare tale materiale, nel quale si trova sempre almeno una parte di una o più tracce, se non la traccia intera, perché, come mi rispose alcuni anni fa un esaminatore (magistrato della Cassazione) al quale avevo chiesto, poco dopo che erano iniziati gli orali, “La traccia di diritto penale l’ha fatta Lei, vero? Ho letto quelle tre sentenze di cui Lei è stato relatore”, “Per forza, scriviamo le tracce su quello che conosciamo meglio, così facciamo prima a correggere i compiti dei candidati!”. Anche tale ricerca delle pubblicazioni dei commissari si rivela molto utile per i candidati, aumentando le loro probabilità di ammissione agli orali. E il contribuire al loro successo mi ripaga del fatto di non aver potuto partecipare io al concorso.

Ecco dunque spiegata la ragione per cui mi sono “inventato” questi due lavori, uno per gli scritti e uno per gli orali dei concorsi in Magistratura, e per cui li svolgo con passione ed entusiasmo: per me non sono soltanto dei lavori. Al punto che, per farli, io sacrifico un’altra mia attività, cioè quella di traduttore giuridico.

A proposito di quest’ultima, io iniziai ad approfondire lo studio delle lingue (inglese, francese e spagnolo) proprio nel periodo in cui quella malattia agli occhi di cui ho parlato prima mi aveva colpito: non potevo leggere, ma potevo parlare e ascoltare quelle tre lingue. Ben presto, però, abbandonai le ultime due per concentrarmi sull’inglese, che ho studiato per tanti anni: cinque al Wall Street Institute e quattro al British Council. Per altri cinque anni ho inoltre studiato la common law, grazie ad un avvocato irlandese che era venuto a Roma proprio con lo scopo di insegnarla agli Italiani interessati (non molti, per la verità, mi disse più volte). Sono inoltre stato, quasi sempre per brevi periodi, sedici volte in Inghilterra, una in Scozia, una in Galles, una in Irlanda e due negli Stati Uniti. Quindici anni fa ho anche ottenuto un attestato di conoscenza della terminologia giuridica inglese, in particolare quella civile e commerciale, avendo superato un esame svoltosi nella sede romana del British Council e consistente nella risposta a diversi quesiti e nello svolgimento di brevi elaborati, il tutto corretto a Londra, con esito positivo, da professori universitari, giudici e avvocati inglesi.

Tutto questo studio (che comunque io continuo sempre, dato che spesso, ancora adesso, leggo libri in inglese, ascolto alla radio la BBC e vedo su Sky i telegiornali di varie emittenti inglesi e americane e film in inglese) mi ha consentito, già da parecchi anni, di fare traduzioni giuridiche, soprattutto di contratti, ma anche di atti processuali e di tesi di dottorato di ricerca in materie giuridiche. Ho fatto alcune traduzioni anche per il cinema, in particolare per la prestigiosa impresa cinematografica Italian International Film di Fulvio e Federica Lucisano: ho tradotto dall’inglese all’italiano contratti degli attori e contratti di distribuzione in Italia di film americani. In una sola occasione ho tradotto anche una parte del copione di un film: “Regole d’onore”, uscito nel 2000. Se qualcuno di coloro che mi sta leggendo ha visto quel film (che è stato trasmesso più volte da Sky, anche lo scorso anno), io ho tradotto una parte del processo penale militare, che presentava delle tecnicalità giuridiche che la traduttrice del copione non poteva conoscere.

Dato l’alto tecnicismo, traduco contratti e atti processuali solo dall’inglese all’italiano e non viceversa; ho tradotto invece anche dall’italiano all’inglese diverse tesi di dottorato di ricerca (sia in materia civile e commerciale, sia in materia penale), anche per due vincitori del concorso in Magistratura che avevo conosciuto proprio per via del mio lavoro di raccolta e invio delle domande degli orali e che stavano per conseguire il dottorato di ricerca.

Adesso che gli orali del concorso Orilia sono terminati, avrò un po’ di tempo per tornare a fare traduzioni, che però non potrò comunque fare nelle tre settimane precedenti le prove scritte (in programma a maggio, pandemia permettendo) del concorso a 310 posti di magistrato ordinario, indetto con D.M. 29 ottobre 2019 — quando sarò impegnato con la ricerca delle pubblicazioni dei commissari di cui ho parlato prima —, e nemmeno durante lo svolgimento delle prove orali (presumibilmente nel 2022) di tale concorso. Del resto, credo proprio che ormai tutti abbiano capito che la mia priorità sono i candidati dei concorsi in Magistratura.

 

Federico Brusca