Massime penali della Cassazione di ottobre 2014

Abbandono di animali – Elemento soggettivo – Colpa – Sufficienza

(cod. pen.: art. 727; L. 189/2004: art. 1 III co.)

— Il reato di cui all’art. 727 c.p., anche nel testo vigente prima della modifica introdotta dalla L. 20 luglio 2004, n. 189, non è contravvenzione necessariamente dolosa, in quanto può essere commessa anche per semplice colpa. Detenere animali in condizioni incompatibili con la loro natura o in stato di abbandono, tanto da privarli di cibo e acqua, è penalmente imputabile anche per semplice negligenza (Sent. n. 41362, Sez. III, del 6-10-2014).

 

Abbandono di rifiuti – Fattispecie

(D.Lgs. 152/2006: artt. 255, 256 I co.)

— Il soggetto privato, non titolare di un’impresa e non titolare di un ente, che abbandoni in modo incontrollato un proprio rifiuto, e che a tal fine lo trasporti occasionalmente nel luogo ove lo stesso verrà abbandonato, risponderà solo dell’illecito amministrativo di cui all’art. 255 del D.Lgs. 3 aprile 2006, n. 152, per l’abbandono e non anche del reato di trasporto abusivo di cui all’art. 256, comma 1, in quanto la condotta di trasporto si esaurisce nella fase meramente preparatoria e preliminare rispetto alla condotta finale e principale di abbandono, e non assume autonoma rilevanza ai fini penali (Sent. n. 41352, Sez. III, del 6-10-2014).

 

Atti persecutori – Ingiurie – Non vi rientrano – Fondamento

(cod. pen.: artt. 594, 612 bis)

— Il reato di atti persecutori è integrato da «minacce» o «molestie» reiterate che determinino le conseguenze descritte dall’art. 612 bis c.p. Non possono ritenersi comprese nel reato di atti persecutori, invece, le ingiurie, che sono estranee all’elemento materiale della fattispecie delineata dall’art. 612 bis c.p. e, per la loro incidenza su un bene della vita diverso da quello contemplato da quest’ultima norma (vale a dire, l’onore), ben possono concorrere col reato di atti persecutori (Sent. n. 41182, Sez. V, del 3-10-2014).

 

Attività di gestione di rifiuti non autorizzata – Responsabilità del proprietario del terreno – Quando è esclusa

(D.Lgs. 22/1997: artt. 14, 51; cod. pen.: art. 40 II co.)

— Il proprietario di un terreno non risponde dei reati di realizzazione e gestione di discarica non autorizzata, anche in caso di mancata attivazione per la rimozione dei rifiuti, a condizione che non compia atti di gestione o movimentazione dei rifiuti, atteso che tale responsabilità sussiste solo in presenza di un obbligo giuridico di impedire la realizzazione o il mantenimento dell’evento lesivo (Sent. n. 40528, Sez. III, dell’1-10-2014).

 

Bancarotta fraudolenta documentale – Dolo generico – Sufficienza

(R.D. 267/1942: art. 216 I co. n. 2)

— In tema di bancarotta fraudolenta documentale, nell’ipotesi di cui all’art. 216, comma 1, n. 2, seconda parte, L. fall., è sufficiente il dolo generico consistente nella consapevolezza che la tenuta delle scritture renderà o potrà rendere impossibile la ricostruzione del patrimonio e del movimento degli affari (Sent. n. 42909, Sez. V, del 14-10-2014).

 

Circolazione stradale – Sinistri stradali – Causa sopravvenuta da sola sufficiente a determinare l’evento – Nozione

(cod. strad.: art. 140; cod. pen.: artt. 40, 41)

— In tema di sinistri stradali, la causa sopravvenuta da sola sufficiente a determinare l’evento risiede in quel fattore che, per essere assolutamente eccezionale, e pertanto imprevedibile, assume su di sé l’intera efficienza eziologica dei molteplici fattori che, su un piano puramente naturalistico, si pongono quali antecedenti dell’evento (Sent. n. 41777, Sez. IV, del 7-10-2014).

 

Circolazione stradale – Sinistri stradali – Presenza di un’auto posta di traverso sulla sede stradale

(cod. strad.: art. 140; cod. pen.: artt. 40, 41, 42, 43)

— In presenza di un’auto posta di traverso sulla sede stradale, già fonte di pericolo per gli utenti della strada, non costituisce fattore interferente eccezionale (o addizione anomala ed atipica) — perciò capace di recidere il nesso eziologico con la prima condotta — il comportamento colposo di altro utente della strada che impatti contro l’autovettura procurando la morte del proprio passeggero (Sent. n. 41777, Sez. IV, del 7-10-2014).

 

Cognizione illecita di comunicazioni o conversazioni telefoniche – Fattispecie

(cod. pen.: art. 617)

— Integra il reato di cui all’art. 617 c.p. la condotta del padre affidatario che registra le comunicazioni telefoniche intervenute tra i figli minori e la moglie. Requisito espresso di tipicità del fatto è che la comunicazione o la conversazione intervenga tra persone diverse dall’agente: i figli, ancorché minori, sono soggetti distinti dal padre e la loro alterità, rispetto alla figura del padre, non può essere assorbita dalla potestà genitoriale e dai relativi doveri di vigilanza (Sent. n. 41192, Sez. V, del 3-10-2014).

 

Comando di nave o di aeromobile oltre i limiti dell’abilitazione – Fattispecie

(cod. nav.: art. 1220)

— Rientra nell’ipotesi — punita con sanzione amministrativa — di cui all’art. 1220 del codice della navigazione la condotta dell’imputato che, abilitato al comando di imbarcazioni a noleggio per fini commerciali col limite di passeggeri da imbarcare (dodici), trasporti solo un passeggero in più del numero legale, superando il limite dell’abilitazione al comando in suo possesso, ma sempre restando nell’ambito della medesima categoria professionale (quella, cioè, del trasporto passeggeri per fini commerciali di noleggio) (Sent. n. 41910, Sez. III, dell’8-10-2014).

 

Delitti colposi derivanti da infortuni sul lavoro – Circostanza aggravante speciale della violazione delle norme antinfortunistiche – Configurabilità – Criterio di sufficienza

(cod. pen.: art. 590 III co.; cod. civ.: art. 2087)

— In tema di delitti colposi derivanti da infortunio sul lavoro, perché si configuri la circostanza aggravante speciale della violazione delle norme antinfortunistiche (art. 590, comma 3, c.p.) non occorre che siano violate norme specifiche dettate per prevenire infortuni sul lavoro, essendo sufficiente che l’evento dannoso si sia verificato a causa della violazione dell’art. 2087 c.c. che fa carico all’imprenditore di adottare, nell’esercizio dell’impresa, tutte le misure che, secondo la particolarità del lavoro, l’esperienza e la tecnica, sono necessarie a tutelare l’integrità fisica e la personalità morale dei lavoratori (Sent. n. 42309, Sez. IV, del 10-10-2014).

 

Estradizione per l’estero di un cittadino italiano – Convenzione applicabile che non preveda la valutazione da parte dello Stato italiano dei gravi indizi di colpevolezza – Controllo dell’autorità giudiziaria italiana – Criterio di necessità

(cod. proc. pen.: artt. 273, 697, 705 I co.)

— In tema di estradizione processuale di un cittadino italiano, quando la convenzione applicabile non prevede la valutazione da parte dello Stato italiano dei gravi indizi di colpevolezza, l’autorità giudiziaria italiana non può limitarsi ad un controllo meramente formale della documentazione allegata, ma deve compiere una sommaria delibazione diretta a verificare, sulla base degli atti prodotti, l’esistenza di elementi a carico dell’estradando, nella prospettiva del sistema processuale dello Stato richiedente. (Fattispecie riguardante la richiesta relativa a soggetto accusato quale «coautore» di sequestri di persona, torture e uccisioni di dissidenti politici durante il periodo della dittatura militare in Argentina, motivata sulla sola base dell’appartenenza del medesimo ad un reparto dell’esercito di quello Stato all’epoca dei fatti, ed in assenza di precise indicazioni sulla sua partecipazione ad alcuno degli episodi in contestazione) (Sent. n. 43170, Sez. VI, del 15-10-2014).

 

Estradizione per l’estero di un cittadino italiano – Facoltà di rifiutarla – Può essere esercitata esclusivamente dal Ministro della Giustizia – Ragione

(cod. proc. pen.: art. 697)

— La facoltà di rifiutare l’estradizione del cittadino italiano può essere esercitata esclusivamente dal Ministro della Giustizia, quale autorità politica, ma non anche dall’autorità giudiziaria, in quanto trattasi di scelta attinente alla dimensione politica della cooperazione tra Stati. (Fattispecie in tema di estradizione richiesta sulla base della Convenzione tra Italia e Argentina del 9 dicembre 1987) (Sent. n. 43170, Sez. VI, del 15-10-2014).

 

Frode fiscale commessa dall’intero consiglio di amministrazione di una società, compresi gli ex consiglieri – Partecipazione consapevole all’organizzazione dell’illecito – Necessità

(D.Lgs. 74/2000: art. 2)

— L’intero consiglio di amministrazione di una società, compresi gli ex consiglieri, risponde del reato di frode fiscale se ha partecipato consapevolmente all’organizzazione dell’illecito, indipendentemente da chi abbia presentato la dichiarazione fraudolenta e dal fatto che un socio si sia dimesso tempo prima della dichiarazione di fallimento (Sent. n. 42899, Sez. VI, del 14-10-2014).

 

Frode nell’esercizio del commercio – Fattispecie

(cod. pen.: art. 515)

— Integra il reato di cui all’art. 515 c.p. la condotta dell’imputato che commercializza funghi porcini di qualità e origine diverse da quelle attestate, in quanto provenienti da Paesi extracomunitari, mentre le confezioni recano il disegno della bandiera italiana e la dicitura «prodotto italiano» (Sent. n. 42874, Sez. III, del 14-10-2014).

 

Furto – Circostanza aggravante del fatto commesso su cose esistenti in stabilimenti pubblici

(cod. pen.: artt. 624, 625 I co. n. 7; D.Lgs. 152/2006: artt. 177 e segg.)

— La caratteristica di stabilimento pubblico — rilevante ai sensi dell’art. 625, comma 1, n. 7, c.p.— deriva dalla sua destinazione a mezzo per l’esplicazione di una pubblica funzione o di un pubblico servizio che lo Stato o un altro ente pubblico persegue direttamente o indirettamente: ne consegue che la c.d. «piazzola ecologica», seppur gestita da privati, rientra nella nozione di stabilimento pubblico. La gestione dei rifiuti costituisce, infatti, attività di pubblico interesse, minuziosamente regolamentata dalla legge in considerazione dei rilevanti interessi pubblici coinvolti e dei molteplici riflessi che essa ha sull’ambiente, sulla pubblica salute, sul decoro urbano e, non ultimo, sull’economia. Pertanto, i luoghi e gli edifici destinati allo stoccaggio ed al trattamento dei rifiuti, quali componenti essenziali del ciclo di smaltimento, sono «stabilimenti» rilevanti ai sensi dell’art. 625, comma 1, n. 7, c.p. (Sent. n. 42822, Sez. V, del 13-10-2014).

— L’aggravante del fatto commesso su cose esistenti in stabilimenti pubblici si riferisce non soltanto alle cose pertinenti all’attrezzatura dello stabilimento pubblico, ma pure alle cose, anche di proprietà privata, che attengono o costituiscono oggetto dell’estrinsecazione del servizio di pubblica necessità ed utilità, costituendo il fine proprio dello stabilimento stesso (Sent. n. 42822, Sez. V, del 13-10-2014).

 

Guida sotto l’influenza dell’alcool – Rifiuto di sottoporsi al test per il controllo del tasso alcoolico – Fattispecie

(cod. strad.: art. 186 III co.)

— Sussiste il reato di rifiuto di sottoporsi al test per il controllo del tasso alcoolico allorché l’imputato, invitato dai Carabinieri a recarsi nel comando sito a poca distanza dal luogo dove è stato formulato il predetto invito, si rifiuti, atteso che tale ipotesi rientra totalmente nella fattispecie normativa, in quanto, a norma del comma terzo dell’art. 186 cod. strad., gli organi di polizia stradale possono accompagnare il conducente presso il più vicino ufficio o comando per effettuare gli accertamenti con etilometro (Sent. n. 42320, Sez. feriale, del 10-10-2014).

 

Indagini preliminari – Ordinanza con cui il G.I.P. riconosce la propria incompetenza e dispone la restituzione degli atti al P.M. – È inoppugnabile – Limite

(cod. proc. pen.: art. 22 I co.)

— È inoppugnabile, salvo che sia abnorme, l’ordinanza con la quale, nel corso delle indagini preliminari, il giudice, ai sensi dell’art. 22, comma 1, c.p.p., riconosce la propria incompetenza e dispone la restituzione degli atti al P.M. (Sent. n. 42030, Sez. Unite, del 9-10-2014).

 

Ingiuria – Augurarsi la morte di un’altra persona – Non vi rientra – Fondamento

(cod. pen.: art. 594)

— Augurarsi la morte di un’altra persona è certamente manifestazione di astio, forse di odio, nei confronti della stessa persona, ma poiché il precetto evangelico di amare il prossimo come se stessi non ha sanzione penale, la sua violazione è, appunto, penalmente irrilevante. Meno che mai costituisce ingiuria, perché desiderare la morte altrui non sta necessariamente a significare che si intenda offenderne l’onore e il decoro (e che di fatto li si offenda) (Sent. n. 41190, Sez. V, del 3-10-2014).

 

Ingiuria – Configurabilità – Dolo generico – Sufficienza – Fondamento

(cod. pen.: art. 594)

— Ai fini della configurabilità del reato di ingiuria, non è richiesta la sussistenza dell’animus iniurandi, essendo sufficiente il dolo generico anche in forma di dolo eventuale, in quanto basta che l’agente faccia consapevolmente uso di espressioni o parole socialmente interpretabili come offensive in base al loro significato oggettivo per l’intrinseca carica di disprezzo e dileggio che esse manifestano e/o per la riconoscibile volontà di umiliare il destinatario, a prescindere dalle sue intenzioni (Sent. n. 42278, Sez. V, del 9-10-2014).

 

Ingiuria – Onore e reputazione lesi in maniera gratuita

(cod. pen.: art. 594)

— L’onore e la reputazione sono beni personali, che non possono essere lesi, in maniera gratuita, per nessuna ragione, in quanto anche i condannati, finanche per reati gravi, hanno diritto, quali membri del consorzio umano, al rispetto della dignità personale, che cede solo nel confronto con altri valori parimenti rilevanti. (Nella specie, la Corte ha sottolineato che non ricorreva nessuna situazione che potesse giustificare l’ingiuria grave, rivolta alla persona offesa, tacciata di essere un maniaco, in quanto nessuno aveva, nel contesto descritto in sentenza, ovvero dinanzi alla scuola, mentre la persona offesa si intratteneva con altri genitori, interesse legittimo a conoscere le vicende processuali di quest’ultima) (Sent. n. 42825, Sez. V, del 13-10-2014).

 

Lesioni personali volontarie – Fattispecie

(cod. pen.: art. 582)

— Va affermata la responsabilità per lesioni nei confronti di un calciatore colpevole di aver colpito, con una gomitata al volto, un componente della squadra avversaria, allorché il referto dell’arbitro parli di gomitata volontaria (Sent. n. 44014, Sez. feriale, del 22-10-2014).

 

Maltrattamenti in famiglia o verso fanciulli – Assenza di lesioni – Configurabilità del reato – Fondamento

(cod. pen.: artt. 572, 582)

— In tema di maltrattamenti, ben può esservi maltrattamento anche in assenza di lesioni, stante l’autonomia giuridica delle due figure delittuose (Sent. n. 43764, Sez. VI, del 20-10-2014).

 

Misure cautelari personali – Esigenze cautelari – Pericolo di reiterazione del reato – Valutazione – Requisito della concretezza – Individuazione

(cod. proc. pen.: art. 274 lett. c)

— In tema di misure cautelari personali, ai fini della valutazione del pericolo di reiterazione del reato, il requisito della concretezza non si identifica con quello dell’attualità, derivante dalla riconosciuta esistenza di occasioni prossime favorevoli alla commissione di nuovi reati, ma con quello dell’esistenza di elementi concreti sulla base dei quali è possibile affermare che l’indagato possa commettere delitti della stessa specie di quello per cui si procede, e cioè che offendono lo stesso bene giuridico (Sent. n. 43130, Sez. II, del 15-10-2014).

 

Misure cautelari personali – Esigenze cautelari – Stato di incensuratezza – Non dimostra automaticamente l’assenza di pericolosità

(cod. proc. pen.: art. 274 lett. c)

— In tema di misure cautelari personali, lo stato di incensuratezza non dimostra automaticamente l’assenza di pericolosità, potendo questa essere desunta, come espressamente previsto dall’art. 274, lett. c), c.p.p., dai comportamenti e dagli atti concreti dell’agente quale specifico elemento significativo per valutare la personalità dell’agente (Sent. n. 43130, Sez. II, del 15-10-2014).

 

Oltraggio a un magistrato in udienza – Fattispecie

(cod. pen.: art. 343)

— Risponde del reato di oltraggio l’avvocato che pronunci durante l’udienza, in presenza di più persone, l’espressione «Arrivederci! Questa è pazza», dopo aver sbattuto con forza il pugno sulla scrivania dello stesso magistrato, allontanandosi subito dopo dall’aula (Sent. n. 40596, Sez. VI, dell’1-10-2014).

 

Omesso o intempestivo versamento di ritenute previdenziali ed assistenziali – Dolo generico – Sufficienza

(D.L. 463/1983: art. 2 II co.; L. 638/1983)

— Il reato di omesso o intempestivo versamento di ritenute previdenziali e assistenziali non richiede il dolo specifico, esaurendosi con la coscienza e la volontà dell’omissione o della tardività del versamento delle ritenute. È sufficiente, pertanto, il dolo generico e questo non viene meno per il fatto che il datore di lavoro abbia demandato a terzi, anche professionisti in materia, l’incarico di provvedere, perché obbligato al versamento è il titolare del rapporto di lavoro, il quale deve vigilare che il terzo adempia l’obbligazione di cui egli è l’esclusivo destinatario (Sent. n. 42324, Sez. feriale, del 10-10-2014).

 

Omicidio – Circostanza aggravante della premeditazione – Caso in cui è configurabile

(cod. pen.: artt. 575, 577 I co. n. 3)

— Nell’omicidio è configurabile l’aggravante della premeditazione se il soggetto agente abbia condizionato l’attuazione del proposito criminoso alla mancata verificazione di un evento ad opera della vittima, quando la condizione risolutiva si pone come un avvenimento previsto, atto a far recedere la più precisa e ferma risoluzione criminosa del reo (Sent. n. 42051, Sez. I, del 9-10-2014).

 

Rapina aggravata dalla commissione del fatto in uno dei luoghi indicati dall’art. 624 bis c.p. e violazione di domicilio – Concorso – Sussistenza – Limite

(cod. pen.: artt. 614, 624 bis, 628 III co. n. 3 bis)

— Il reato di rapina aggravata dalla commissione del fatto in uno dei luoghi indicati dall’art. 624 bis c.p. ed il reato di violazione di domicilio concorrono tra loro, venendo quest’ultimo assorbito dal primo solo laddove la violazione di domicilio sia stata posta in essere esclusivamente al fine di commettere la rapina e per il tempo strettamente necessario a realizzarla (Sent. n. 41395, Sez. II, del 6-10-2014).

 

Reati paesaggistici – Sequestro preventivo – Mera esistenza di una struttura abusiva – Integra il requisito dell’attualità del pericolo

(cod. proc. pen.: art. 321; D.Lgs. 42/2004: art. 181; D.P.R. 380/2001: art. 44)

— In tema di sequestro preventivo per reati paesaggistici, la sola esistenza di una struttura abusiva integra il requisito dell’attualità del pericolo (fumus) indipendentemente dall’essere l’edificazione ultimata o meno, dal momento che il rischio di offesa al territorio e all’equilibrio ambientale perdura in stretta connessione con l’utilizzazione della costruzione ultimata (Sent. n. 43812, Sez. III, del 21-10-2014).

 

Reato – Prescrizione – Possibilità di rilevare e dichiarare le cause di non punibilità ex art. 129 cod. proc. pen. (tra cui la prescrizione) in caso di ricorso per cassazione inammissibile – Esclusione

(cod. pen.: art. 157; cod. proc. pen.: artt. 129, 606)

— In tema di prescrizione del reato, a fronte di un ricorso inammissibile, deve trovare applicazione il principio secondo cui la possibilità di rilevare e dichiarare le cause di non punibilità a norma dell’art. 129 c.p.p., ivi compresa la prescrizione, è preclusa dall’inammissibilità del ricorso per cassazione, anche dovuta alla genericità o alla manifesta infondatezza dei motivi, che non consente il formarsi di un valido rapporto di impugnazione (Sent. n. 41726, Sez. III, del 7-10-2014).

 

Riparazione per l’ingiusta detenzione – Cognizione del giudice – Ambito

(cod. proc. pen.: artt. 314, 315; cod. civ.: artt. 2043 e segg.)

— In tema di procedimento per la riparazione dell’ingiusta detenzione, il giudice può conoscere soltanto del diritto all’indennizzo e non anche di quello ad ottenere un risarcimento del danno collegato alla restrizione della libertà ma conseguente ad un fatto ingiusto (nella specie, sottoposizione a regime di alta sorveglianza senza contatti con la famiglia e notevole pubblicità della notizia), essendo l’istituto della riparazione regolamentato dalle norme processuali penali e restando ad esso estranee le disposizioni civilistiche di cui agli artt. 2043 e segg. c.c. che disciplinano il risarcimento del danno da fatto illecito (Sent. n. 43453, Sez. III, del 17-10-2014).

 

Riparazione per l’ingiusta detenzione – Computo della custodia cautelare e delle pene espiate senza titolo

(cod. proc. pen.: artt. 314 IV co., 657; Cedu: art. 5; Carta di Nizza: art. 6)

— In tema di riparazione per l’ingiusta detenzione, il criterio di fungibilità previsto dall’art. 657 c.p.p., improntato al favor libertatis, configura, in combinato disposto con il comma 4 dell’art. 314 c.p.p., una «riparazione in forma specifica» per l’ingiusta privazione della libertà personale che prevale rispetto alla monetizzazione di cui al medesimo art. 314, introducendo una forma di «compensazione» per il periodo di detenzione ingiustamente subìto, secondo un meccanismo che è compatibile con l’art. 5 Cedu, il quale opera soltanto in caso di violazione delle prescrizioni da esso poste ai paragrafi 1, 2, 3 e 4, e che non può essere oggetto di disapplicazione per contrasto con l’art. 6 della Carta di Nizza, in assenza di collegamento tra la materia in oggetto e il diritto dell’Unione europea (Sent. n. 43453, Sez. III, del 17-10-2014).

 

Udienza preliminare – Presenza dell’imputato – Determina la sanatoria della nullità derivante dall’omessa o irregolare notifica allo stesso dell’avviso di conclusione delle indagini preliminari

(cod. proc. pen.: artt. 184, 415 bis)

— La presenza dell’imputato all’udienza preliminare determina la sanatoria della nullità derivante dall’omessa o irregolare notifica allo stesso dell’avviso di conclusione delle indagini preliminari di cui all’art. 415 bis c.p.p. (Sent. n. 41397, Sez. II, del 6-10-2014).

 

Uso senza giusto motivo di marchio identico o similare ad altro marchio notorio anteriore – Illiceità

(cod. pen.: art. 473 I co.)

— È illecito l’uso senza giusto motivo di un marchio identico o anche simile ad altro notorio anteriore, usato per prodotti o servizi sia omogenei o identici che diversi, allorché al primo derivi un indebito vantaggio dal carattere distintivo o dalla notorietà del secondo (Sent. n. 44354, Sez. II, del 24-10-2014).

 

Vendita di prodotti industriali con segni mendaci – Omessa indicazione del Paese di fabbricazione – È un’ipotesi di indicazione fallace

(cod. pen.: art. 517)

— La condotta consistente nell’omessa indicazione del Paese di fabbricazione (Cina, nel caso di specie) evidenzia un caso di «indicazione fallace» da cui possano derivare situazioni di incertezza indotte dalla carenza di «indicazioni precise ed evidenti» sull’origine o provenienza estera o comunque sufficienti ad evitare qualsiasi fraintendimento del consumatore sull’effettiva origine del prodotto (Sent. n. 41684, Sez. III, del 7-10-2014).

 

Violenza sessuale – Pena accessoria ex art. 609 nonies II co. cod. pen. – Quando si applica

(cod. pen.: artt. 609 bis, 609 nonies II co.)

— La pena accessoria di cui all’art. 609 nonies, secondo comma, c.p., in relazione al reato di cui all’art. 609 bis c.p., si può applicare solo se lo stesso è commesso nei confronti di persona che non ha compiuto gli anni diciotto e non — come nel caso di specie — qualora la persona offesa sia maggiorenne (Sent. n. 41358, Sez. III, del 6-10-2014).